Car sharing, ride sharing e car pooling sono termini nuovi, che stiamo imparando a conoscere ultimamente, ma che rivoluzionano il concetto di mobilità. La mobilità è cambiata negli ultimi anni e con la pandemia in corso ancora di più. C’è bisogno di nuove soluzioni, che permettano di spostarsi facilmente e con flessibilità; che siano a basso costo e che rispettino l’ambiente. Tutto queste caratteristiche possiamo ritrovarle nelle nuove forme di mobilità sopra citate.

Cosa intendiamo per car sharing.

Per car sharing si intende il noleggio di una vettura di proprietà di terze parti, generalmente di breve termine e in contesti urbani. La stessa auto viene messa a disposizione a più conducenti che la utilizzano per un tempo limitato. Basta prenotarla ed il gioco è fatto.

Si possono guidare ovunque ed inoltre non esistono restrizioni di parcheggio, si possono parcheggiare in ogni dove. Per ride sharing invece, si intende in generale l’attività di condivisione di passaggi in auto, anche al fine di produrre un guadagno (ride sharing on demand).

Tutto parte da un’app tramite quale gli utenti prenotano e pagano il passaggio per spostarsi da A a B. Per ogni spostamento l’applicazione fornisce l’importo che l’utente deve pagare senza maggiorazioni causate da altre variabili come il tempo di percorrenza, bagagli…


Grazie alle app di ride sharing l’utilizzo del veicolo tra i diversi utenti è ottimizzato in tempo reale abbattendo così i costi della singola corsa.
Concetto ancora diverso è il car pooling, che presuppone che la condivisione del viaggio non preveda un guadagno per il conducente ma solo una condivisione dei costi, ovvero un’attività di trasporto di cortesia.Un servizio di condivisione delle spese di viaggio.

Il passeggero, paga una quota al conducente che avrebbe comunque dovuto fare quel tragitto, indipendentemente dal fatto che vi siano passeggeri o meno. La quota erogata, infatti, non è un pagamento per il servizio, bensì un prezzo per la divisione della benzina, del casello autostradale ecc.

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